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SERPENTI E MOSTRI MARINI

Circa i tre quarti della superficie del nostro pianeta sono ricoperti dall' acqua: non ci può quindi sorprendere la frequenza con cui, fin dai tempi antichi, gli uomini riferiscono dei loro incontri con mostri marini.

La Bibbia parla in cinque punti del Leviatano, la creatura per metà serpente e per metà drago che, frutto del folkore fenicio, è presente anche nella maggior parte delle filosofie orientali. In europa, sono stati i navigatori scandinavi a fornirci le prime relazioni su queste apparizioni. Lo scrittore e storico svedese Olaus Magnus fornisce alcune rappresentazioni di mostri marini, protagonisti di racconti inquietanti, in un' opera pubblicata a Roma nel 1555 ("Historia de gentibus septentrionalibus"). In questi racconti viene descritta in particolare una creatura lunga 60 metri, con un diametro di 6; era un animale nero, con una specie di criniera, occhi brillanti ed una testa svettante come un capitello su una colonna.

Fatto alquanto curioso, questa descrizione è confermata da numerose altre più recenti. Durante il XVIII secolo, viene segnalata la presenza di un serpente di mare di dimensioni gigantesche al largo delle coste della Norvegia. Un altro scrittore svedese, Erik Pontoppidan, pubblica nel 1752 un volume in cui raccolgie tutte le testimonianze possibili sull' argomento.


Nel disegno una goletta in balia di un serpente di mare

Nel XVIII secolo erompe anche l' ondata travolgente della razionalità scientifica: le apparizioni di mostri marini vengono quindi relegate al rango di leggende per i marinai e fatte oggetto di derisione. Ma, malgrado lo scetticismo generale, sembra che i famosi mostri continuino ugualmente ad emergere dalle acque, davanti agli occhi di navigatori terrorizzati.

Una spiegazione razionale può essere applicata a molti casi: ad esempio le "gobbe" del serpente intraviste sopra le onde spesso non sono che delfini giocherelloni. Resta il fatto che alcuni scienziati accettano l' ipotesi di esseri acquatici giganteschi. nel 1893 il biologo inglese Thomas Huxley scrive che non vi è ragione per cui non si possano trovare in mare creature simili a rettili, lunghe 15 metri o anche più. Altri studiosi, in quegli stessi anni, danno credito alle testimonianze raccolte sulle apparizioni di questi esseri.

Nella prima metà del XIX secolo, si moltiplicano le comparse di mostri marini presso le coste dell' America Settentrionale: il naturalista Constantin Samuel Rafinesque si appassiona a questo studio e mette la sua esperienza e la sua fama al servizio della difesa del cosiddetto "megòphias", o "gran serpente".

Infuriano le polemiche tra sostenitori e detrattori del "serpente di mare". Il Times di Londra si inserisce nella polemica esprimendo giudizi estremamente negativi. I nemici più risoluti del "megòphias" arrivano persino a far pubblicare false testimonianze di apparizioni per coprire di ridicolo i "difensori" dei mostri marini (pratica questa molto comune anche ai giorni nostri per quanto riguarda testimonianze su fatti misteriosi). La psicosi del falso provoca una diminuzione sensibile di nuovi incontri con le terrificanti creature: i marinai non osano più raccontare ciò che vedono , nel timore di essere considerati ubriaconi o visionari.

Eppure non si può negare: a volte succedono cose strane sul mare. Ad esempio, l 'equipaggio di una nave afferma di aver visto qualcosa di simile ad un coccodrillo, con denti lunghi 15 centimetri al largo delle coste brasiliane. Nella stessa zona, diversi anni prima, un mostro del genere aveva terrorizzato l' equipaggio di un piroscafo britannico.

Le testimonianze sui "serpenti di mare" sono numerose: quella del tenente di vascello George Senford, che dichiara di aver visto un "serpente" lungo circa 20 metri; quella di un maggiore inglese che, nel 1879, viaggiando a bordo della "City of Baltimore", scorge un serpente di circa 9 metri di lunghezza e con la testa simile a quella di un bulldog in pieno Golfo di Aden: il suo rapporto verrà controfirmato da moltri altri passeggeri; e ancora, la recente dichiarazione del capitano John Ridgway, che, il 25 luglio 1966, durante una traversata a remi dell' Atlantico, vede, poco lontano dalla sua barca, una creatura lunga dieci metri, con "un corpo fosforescente, come se fosse stato cinto da luci al neon": l' animale si immerge nei pressi dell' imbarcazione e non ricompare.

Nel 1975 e nel 1976, al largo delle coste della Cornovaglia, uno di questi mostri (un "morgawr", come viene chiamato nella zona) fa parecchie apparizioni. si riesce persino a fotografarlo.


La presunta fotografia del "morgawr"

Nel Galles, e più precisamente nelle acque della Baia di Cardigan, nel 1975 tre bambine vedono una creatura non meglio identificata che attraversa la spiaggia e si immerge in acqua: l' animale misura circa 3 metri, ha collo lungo, lunga coda ed occhi verdi; la descrizione viene confermata da diversi pescatori che riconoscono in uno schizzo un mostro già da loro avvistato.

Ci si chiede perchè i "serpenti o mostri del mare", se veramente esistono, sono tanto poco conosciuti: Forse, in parte, a causa del progresso: si può immaginare che queste creature preferiscano oggi evitare rotte marittime molto battute.

C' è chi si è accanito nello studio di questi "mostri marini". Bernard Heuvelmans, uno zoologo belga specialista nella ricerca di animali scomparsi, ha pubblicato un' opera ("Dans le sillage des serpents de mer") che sull' argomento, è la più esauriente e ricca di particolari. L' autore afferma di aver raccolto quasi seicento testimonianze, che coprono un periodo di tempo abbastanza ampio (1639-1964): per una sessantina si tratta palesemente di falsi e altrettanti si riferiscono ad animali conosciuti e scambiati erroneamente per mostri; circa 120 casi vengono eliminati per insufficienza di particolari o per descrizioni troppo dubbie o infiorate di particolari incredibili, ma restano circa 350 casi, i più affascinanti.

Dopo averli accuratamente studiati, Heuvelmans li classifica in nove tipi diversi: dal tradizionale "serpente di mare" dal collo lungo e dal corpo a forma di sigaro (oggetto delle osservazioni più numerose) al coccodrillo gigante, lungo dai 15 ai 20 metri, avvistato solo in acque tropicali. Per quanto concerne gli altri tipi, l' autore utilizza termini puramente descrittivi e di fantasia, come "cavalli marini", "creature con diverse gobbe", foche giganti", o "ventri gialli": nessuna di queste denominazioni ha comunque a che fare con le classificazioni scientifiche. Un gruppo viene addirittura definito "periscopi ambigui" e comprende alcune creature che possono essere paragonate ad anguille giganti (o "animali a collo lungo"). La cosiddetta "anguilla gigante sembrerebbe avere il suo abitat naturale nelle fosse sottomarine, da dove risalirebbe in superficie solo poco prima di morire. Il cosiddetto "sauro marino" (altra definizione del coccodrillo gigante) potrebbe essere un animale sopravvissuto dal periodo giurassico, mentre le creature "dal ventre giallo" non sarebbero che pesci giganti o particolari tipi di squali.

Lo studioso nota infine come, a partire dall' inizio del secolo, la maggior parte delle apparizioni riguardi mostri marini "a collo lungo": questo, sempre secondo lo studioso, significherebbe che essi stanno numericamente aumentando.


Il serpente marino lungo 25 metri fotografato da Robert Le Serrec
nella baia di Stonehaven (Hook Island, Australia) il 12 dicembre 1964


L' uomo è ben lontano dall' aver esplorato i fondali di tutti i mari: ogni nuova spedizione scopre qualche nuovo pesce, magari ritenuto estinto da migliaia di anni. Come nel caso del Celacanto, un pesce che si pensava estinto da 70 milioni di anni e che invece è stato trovato nelle reti di alcuni pescatori sudafricani, al largo del Madagascar. E' quindi possibile che, se veramente queste creature esistono, qualcuno riesca a fornirne immagini valide, oppure a spiegare il segreto di certe apparizioni che attualmente hanno del fantasioso.

Non dimentichiamo inoltre, che non si è mai potuto ritrovare alcun reperto fossile di animali preistorici marini sul fondo del mare, poichè il fondo dei mari occulta tutto quello che si deposita, e quindi non possiamo sapere (a parte rare eccezioni) quali creature popolavano i mari della preistoria, come si sono evoluti e se sono sopravvissuti.

Sicuramente i fondali marini potrebbero fornire molte risposte a questi interrogativi, ma purtroppo restano, e resteranno per sempre, inaccessibili.

Consigli ai naviganti:
http://theshadowlands.net/serpent.htm

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